PROLOGO: Isola di Santuaria, Oceano Atlantico del Nord

 

“Immagino che tu non abbia mai sentito parlare di privacy, vero, palla di pelo?”

La lupina creatura che se ne stava appoggiata allo schienale della poltrona di Winthrop Roan Jr fece ‘no-no’ con la testa, e da dietro le spalle del pilota del Queen Rose, continuò a fissare lo schermo su cui stava scorrendo una e-mail.

Winthrop spense lo schermo. La creatura uggiolò, mostrando una molto umana delusione sul suo muso modificato per una migliore espressività. “Rover,” disse Winthrop. “Su, perché non vai a giocare con Jojin o dove diavolo ti pare ma…”

“Su, Reddy,” disse il suo compagno di squadra James McDonald, entrando. “Lo sai che Rover è solo curioso, vero scimmietta?” Si sedette alla sua postazione, accese il terminale ed allungò un braccio ad accarezzare la testa del giovane lupo umanoide. Rover scodinzolò in risposta. “Pensiamo piuttosto a smaltire la posta dei nostri cari fan.”

“Ancora non pensi che sia stata una buona idea?” fece Winthrop, rimettendosi a leggere. Rover si sporse di nuovo sopra la sua spalla, ma fu subito allontanato da un’occhiataccia dell’umano.

“All’inizio, no, lo confesso. Sai, noi ex agenti CIA siamo sempre così paranoici sulla segretezza e tutto il resto…”

“Poi ti sei reso conto di quanto fosse fuori luogo, Honcho? Ciao, Rov,” disse il terzo membro della squadra delle Frecce Spaziali, Luke Merryweather. Come gli altri, indossava la sua uniforme-armatura blu, bianca e rossa da pilota. In mano reggeva una tazza magnum colma di caffè fumante, rigorosamente nero. Anche lui si sedette alla sua postazione.

“Già,” fece James. “Basque aveva ragione: tre super-robot non passano esattamente inosservati.” Per tale ragione, il più giovane dei quattro scienziati che dirigevano la base degli Shogun Warriors aveva proposto ed ottenuto un sito internet dedicato a chiunque volesse ‘parlare’ con i piloti degli eroi meccanici. Fin quando la sicurezza degli Shogun Warriors non veniva violata, era un modo come un altro per gestire le pubbliche relazioni. Meglio quello che fare nascere sospetti infondati… Anche se bisognava usare nomi fittizi, e informazioni personali fasulle per evitare che i malintenzionati avessero un facile bersaglio a disposizione.

“Allora, di chi è la lettera d’amore che Rover non deve vedere?” fece Luke dopo essersi bevuto un sorso di caffè. Puntando il proprio monitor, aggiunse, “Non potrà mai essere più sconcia di quella che ho ricevuto io.”

“È dei miei,” disse laconico il pilota dai rossi capelli che gli erano subito valsi il soprannome di ‘Reddy’, appunto.

“Se ti mancano,” fece Luke, ora più serio, “potremmo fare un salto da loro. Non è che i mezzi non ci manchino. E poi, vuoi mettere che figurone?”

Potrei fare un salto da loro, Cowboy. Va bene l’amicizia e tutto il resto, ma vorrei dedicare un po’ di tempo a me stesso ed alla famiglia senza dovermi guardare le spalle da voi due buzzurri…”

James ascoltò lo scambio di battute con una certa apprensione. Un’altra ragione per cui non apprezzava veramente quella faccenda del sito, era che attirava troppa attenzione… Ma non poteva neppure dare torto alle autorità: se il pilota del super-robot Mazinkaiser non fosse impazzito, a Phoenix, facendo una strage, le cose sarebbero state più semplici.

Ma forse si stava preoccupando troppo.

Forse.

 

 

MARVELIT presenta

SHOGUN WARRIORS

Episodio 11 - Sesto scontro: Legami di Sangue, Codice d’Onore!

 

 

Il Dottor Tambura, primo scienziato del team direttivo di Santuaria, si accarezzò pensosamente il folto pizzo grigio. “Non posso dire di essere particolarmente entusiasta, ma se per lui è importante…”

“Sì!” Reddy quasi fece un salto di gioia.

“Ma non ci andrai da solo,” aggiunse il Dottor Charn. Il corpulento scienziato si tolse la pipa di bocca e con essa puntò i tre piloti. “Le Frecce Spaziali volano insieme, e niente ma.”

“Aww,” a Reddy scesero le spalle.

“Niente discussioni, signori,” disse la Dottoressa Sherna, senza spostare lo sguardo dalla sua postazione. Schermate di dati si riflettevano sui suoi occhiali. “Il nemico conta esattamente su questi contatti personali per attaccarvi. Siete un gruppo e come tale dovete agire in ogni occasione.”

Winthrop sbuffò. Cowboy gli diede una pacca sulla schiena. “Coraggio, bello: la prossima volta toccherà a me invitarti dai miei, e vedrai che l’ospitalità del Montana non ha nulla da invidiare a voi Texani!”

“Fosse solo quello il problema…” borbottò Reddy. Non è che non gli piacesse la compagnia dei suoi amici, ma cavolo, quel minimo di privacy..!

 

Nel giro di pochi minuti, il King Arrow, il Jack Knight e il Queen Rose lasciarono l’’isola del drago’, sotto gli occhi rocciosi e impassibili della formazione lavica che dava all’isola il suo nome.

 

“Honcho, Cowboy,” disse Winthrop, dal Queen Rose. “Sia chiaro che il primo di voi che mi fa fare una figura bovina davanti ai miei prima lo uccido e poi lo do al Dottor Demonicus perché ci faccia i suoi esperimenti.”

“Lampante,” risposero all’unisono i suoi compagni. Luke aggiunse, “Tu dammi solo uno stallone come si deve: è troppo tempo che non mi dedico ad un bel giro di rodeo…”

“Scordatelo: mio padre è nel petrolio, non nell’allevamento.”

“Cristo, che famiglia di selvaggi! Come si fa a vivere nel Texas e a non possedere neanche un allevamento?”

E i velivoli proseguirono verso la loro destinazione…

 

Base Demonica, nelle profondità dell’Oceano Indiano

 

“Che vi avevo detto? Era inevitabile che succedesse: il legame di sangue riesce sempre a prevalere, alla fine.” A parlare così era l’alieno umanoide di nome Maur-Kon, come sempre bardato nel suo costume rituale.

Il suo interlocutore era un uomo avvolto da un costume blu e viola, la cui maschera cornuta era un teschio stilizzato. “Te ne do atto, Lord Maur-Kon. Devo quindi dedurre che hai anche predisposto un piano per una simile eventualità?”

L’alieno annuì, una scintilla crudele nei suoi occhi bordati di nero. “Sì, e riuscirò a metterlo in atto prima che quei maledetti arrivino a destinazione. Comincerei subito, col suo permesso, Dottor Demonicus.” Fece un inchino.

Demonicus annuì. “Procedi pure.”

Maur-Kon lasciò la stanza. Quando la porta si fu chiusa dietro di lui, si concesse un nuovo pensiero malizioso: Se dovesse funzionare, caro terrestre, sarò più che felice di collaudarlo anche su di te.

 

Un paio di minuti dopo, l’alieno entrò nelle sue stanze personali. Si diresse subito al cerchio di simboli che racchiudeva un pentacolo d’oro, posto lungo tutto il pavimento.

Si inginocchiò al centro del pentacolo; subito dopo, fiamme color cobalto si accesero a mezz’aria, in corrispondenza dei vertici del pentacolo. Maur-Kon chiuse gli occhi, ed iniziò a cantilenare nella propria lingua.

Poco dopo, le fiamme assunsero un colore giallo. Lo stregone intensificò la propria preghiera, fino a quando le fiamme non schizzarono verso l’alto, passando attraverso il soffitto come se non esistesse.

Maur-Kon sorrise. Era un peccato non potere attirare tutti i Warriors allo scoperto in una volta sola: la loro base, a quel punto, sarebbe stata del tutto indifesa… Ma avrebbe escogitato qualcosa, per il futuro…

 

Galveston, Texas

 

“Sarebbe quella la casa dei tuoi?” fece Cowboy, sorridendo sotto il casco. “E poi dicono che in Texas fanno le cose in grande. La mia famiglia potrebbe usarla come dependance per la servitù.”

“Se proprio non ti piace, puoi andare a dormire nelle stalle,” ribatté Reddy. “Visto che ti piacciono tanto gli animali.”

“Calma, voi due,” intervenne Honcho. “Non mi sembra il caso di iniziare un duello aereo su una zona civile. Senza contare che Cassio vi pelerebbe vivi se solo ci provaste.”

I due piloti tacquero di colpo -la terribile donna che era il capo meccanico della base era più pericolosa del suo puma domestico Jojin, quando si trattava dei ‘suoi’ mezzi. Raramente considerava una battaglia quale scusa valida per dei danni anche solo minori!

“Almeno, ha una sua pista aeroportuale,” disse Cowboy. “Coraggio, andiamo a fare una bella entrata in grande stile!” Abbassò la cloche

 

Il Jack Knight si abbassò per primo, seguito dagli altri due velivoli.

“Cowboy, che diamine stai combinando?” fece James. “Dobbiamo accordarci con la torre di atterraggio prima! Abbandona la rotta!”

“Rilassati, capo. È una pista privata, chi vuoi che si metta di mezzo?”

“Dai un’occhiata al radar e lo capirai, idiota!”

Lui lo fece, e “Merda!” Un puntino luminoso si stava avvicinando dietro di lui!

Luke scartò tutta barra a sinistra.

Il Jack Knight evitò all’ultimo impatto la collisione con un Learjet rosso e argento che stava scendendo a tutta velocità verso la pista.

“Gran figlio di…” Cowboy però non poté trattenersi dall’ammirare il pilota. “Chiunque sia, di fegato ne ha da vendere.”

L’apparecchio proseguì il suo atterraggio, seguito a distanza di sicurezza dalle Frecce Spaziali. Un rapido scambio di dati con la torre di controllo autorizzò i tre velivoli speciali ad atterrare sulla pista di servizio, essendo essi dotati della modalità VTOL[i].

 

Appena i motori furono spenti, un portello a scaletta si aprì sotto il ventre di ogni apparecchio, e i piloti uscirono. Allo stesso tempo, una jeep scoperta stava venendo verso di loro.

“Benone,” fischiò Luke, alla vista di chi la guidava: una donna dai lunghi capelli rossi e un volto da pantera, con indosso un aderente completo verde. “Almeno il personale non lascia a desiderare.”

Winthrop alzò gli occhi al cielo, decidendo che sarebbe stato almeno più divertente lasciare che il pollo finisse da solo nella padella e nella brace.

La jeep si fermò davanti ai piloti con uno stridore di gomme. La donna si alzò dal sedile e si sporse sul parabrezza. Mostrò un sorriso seducente mentre diceva,“Chi di voi è l’asso dei cieli che ha quasi causato uno scontro?”

Luke si fece avanti. “Dovresti chiederlo al pilota di quella bagnarola, dolcezza. Se il mio apparecchio non fosse la delizia che è, allora sì che ci sarebbe stato di che preoccuparsi.”

La donna scese dalla jeep con un salto. Si avvicinò a Cowboy…e gli mollò un ceffone maiuscolo!

“Per tua informazione, Capitan Testosterone, io sono il pilota di quella ‘bagnarola’, e non è mia abitudine invadere lo spazio aereo altrui senza almeno avere verificato che non ci siano rischi.” Ignorando l’espressione da pesce lesso dell’altro, voltò lo sguardo verso Winthrop. “Te lo ribadisco, fratellino: proprio non li sai scegliere, gli amici.”

“Fratellino?” fece Cowboy. Lui e gli altri Warriors, quando erano solo i Thunderiders del Team America, avevano presenziato in motocicletta alla cerimonia di matrimonio fra Leonard Hebb e Georgianna S. Castleberry. C’erano i principali membri della famiglia di Reddy, ma quella stangona tutto pepe proprio no… Infatti, nel vederla aveva subito pensato ad una cugina, semmai…

Winthrop coprì la distanza fra lui e la donna. I due si scambiarono un lungo abbraccio. “Sono felice di vederti, sorellona. Cavolo, persino tu mi sei mancata.”

Lei si sciolse dall’abbraccio. “Lo prenderò come un complimento, per questa volta. Allora, a cosa dobbiamo l’onore di avere fra noi un salvatore del mondo?”

“Mi sono preso un permessino.” Lui indicò gli altri col pollice. “Loro vengono col pacchetto.”

Honcho si avvicinò, stendendo la mano. “James McDonald, molto piacere Miss…”

“Marcia Jennifer Roan. Avrei dovuto essere io a meritare il titolo di ‘Jr’, ma sembra che l’uomo sia ancora il caro Winthrop.”

“Marcia…”

“Winthrop,” lo scimmiottò lei. Poi, agli altri, “Passo il mio tempo a prepararmi ad ereditare il trono, ecco perché non mi avete visto l’ultima volta. Guarda, fratellino,” gli puntò un indice ammonitore sotto al naso, “che salvare il mondo non ti rende idoneo a gestire gli affari di famiglia. Devi farne di strada prima di meritarti l’eredità.”

Reddy divenne di un bel color pomodoro, mentre i suoi amici se la sghignazzavano sotto i baffi…ma ebbero meno da ridere quando furono colpiti ognuno da una valigiata alla testa.

“Bella mira…” fece James, massaggiandosi la fronte. “E questa che roba sarebbe?”

Marcia indicò un capannone. “Lì ci sono gli spogliatoi del personale. Andate tutti là a cambiarvi: a papà verrà un coccolone se vi vede in quelle tute da circo.” Batté le mani come una governante al personale. “Hop, hop, chi ha tempo non aspetti tempo!”

 

“Ti offendi se ti dico che già la detesto?” fece Luke, abbottonandosi la camicia. Si contemplò una manica. “Hm, almeno ha buon gusto.

“Benvenuto nel club,” fece mestamente Winthrop, allacciandosi la scarpa. “E dire che papà l’aveva sempre messa in secondo piano: è un brav’uomo, ma per lui una donna deve solo fare la moglie e la casalinga. Credo che la stia preparando a ereditare il trono solo per farmi capire quanto sia in realtà deluso di me.”

“Ma non vi eravate riappacificati?” chiese James, abbottonandosi lo smoking. “Insomma, anche dopo il matrimonio, eravate di nuovo pappa e ciccia.”

“Non ti fare ingannare. Lui sperava che io avessi deciso di ‘mettere la testa a posto’…e quando ho deciso di restare nello showbiz…” Sospirò. “Speriamo almeno che non ci avveleni il pranzo; vi ho già detto che vi considera i primi responsabili per questa mia poco responsabile scelta?”

“Adesso ce lo dici?” fecero gli altri due all’unisono

Nessuno di loro notò un’ombra muoversi furtiva all’esterno…

 

“Fatevi vedere un po’…” M.J. Roan osservò criticamente il terzetto vestito come per una serata di gala. “Hm, direi che adesso sembrate degli esseri umani civili. Su, andiamo.” Salì a bordo della jeep.

 

“Però, niente male,” commentò Luke alla vista della villa. “Questo sì che è un luogo adatto ai matrimoni, mica come l’altra volta.”

In effetti, la residenza ufficiale della famiglia Roan era un edificio maestoso, una reggia di mattoni a vista estesa su una pianta semicircolare, in perfetto stile coloniale, circondata da un giardino così bene curato che il verde della sua erba sembrava splendere.

“Sono stati in molti, a Hollywood, a chiedere il permesso di girare delle riprese qui, ma quando si tratta di difendere la proprietà, la mamma è peggio di una lupa… Oh, a parlare del diavolo…”

La porta al termine del portico d’ingresso si era aperta, e sulla soglia si stagliava la figura di una donna di poco più di cinquant’anni, vestita di un abito lungo bianco, elegante ma sobrio. I capelli rossi erano lunghi fino al collo, pettinati con una riga al centro. L’unico gioiello visibile era una collanina d’oro al collo. Una donna perfetta per una casa perfetta.

Winthrop e Marcia accelerarono il passo, entrambi sorridendo allo stesso modo. Solo in quel momento si vide che erano fratello e sorella, anche quando lei disse, “Inutile che cerchi di arrivare primo. Sono io la favorita, adesso.”

“Resta da vedersi, sorellina adorata. Vedrai che*” in quel momento, qualcosa si frappose fra i due giovani e la loro madre. Marcia impallidì violentemente, in preda ad un’ancestrale paura, alla vista della creatura ringhiante. Reddy la riconobbe subito -anzi, lo riconobbe subito… “Rover?? Che cosa diamine ci fai qui?”

Il lupo sembrava una furia, irriconoscibile, a quattro zampe, pronto a saltare addosso ai due, il pelo dritto come una spazzola sulla schiena, le zanne snudate e le orecchie dritte, mentre emetteva un verso di minaccia pauroso.

James e Luke stavano per fare la stessa domanda…quando videro che la signora Roan se ne stava ancora lì, immobile, con quel sorriso che ora più che mai sembrava artificiale, falso… “MJ, Reddy,” disse James. “Indietreggiate. Adesso.”

“Ti assicuro che non avevamo intenzione di andare avanti, capo…” Winthrop fece un paio di passi indietro. Rover fece un paio di passi in avanti. “Ma che cazzo gli prende? Come ha fatto ad arrivare qui?”

“Quanto al perché, guardate vostra madre.”

Loro lo fecero, e si accorsero a loro volta di quell’incongruità.

Rover uggiolò, abbassò le orecchie, ma continuò ad avanzare.

“Credo di avere capito cosa vuoi dire, Rinty,” disse James, portando la mano sotto la giacca. Niente costumi va bene, ma da ex-agente CIA, lui non era abituato a girare ‘nudo’. E una bella pistola, anche se modello ‘spaziale’, era pur sempre una garanzia di sicurezza.

I due fratelli lo videro estrarre l’arma e puntarla contro la figura sulla soglia. “Honcho..?” chiese Winthrop con voce esitante.

Lui sparò senza esitare.

“NO!” urlò Marcia.

Il colpo, diretto alla spalla della ‘donna’, finì invece con l’attraversarla come se fosse stata un fantasma!.

 

Nelle sue stanze, Maur-Kon schiumava di rabbia. “NO! Maledizione, no! Era la trappola perfetta…e se non fosse stato per quel dannato lupo…”

L’ologramma di Demonicus apparve al suo fianco.“L’animale possiede doti interessanti. Perché credi che fossi interessato a catturarlo, quando ancora girovagava randagio in Brasile[ii]?”

Ma lo stregone non lo stava neppure ascoltando. La sua attenzione era tutta per la parete-schermo. “Va bene. Se credete di avere vinto, ancora non mi conoscete, miserabili terrestri! Gaarna, scendi e schiacciali!”

 

Due fiamme color zolfo si levarono dal tetto della villa. Incuriositi, tutti ne seguirono la traiettoria verso il cielo fino a quando non sembrarono trasformarsi in unico punto luminoso.

Rover ringhiò. James annuì. “Ai veicoli, presto!”

Nessuno se lo fece ripetere…tranne Marcia, che dovette essere trascinata quasi di peso da suo fratello. “Winthrop, cosa..?”

“Credo che un nostro vecchio amico si sia invitato alla festa,” la interruppe lui con aria truce. “Preghiamo solo di essere abbastanza veloci da…”

Non lo furono. Dal cielo, scese un’ombra velocissima, immensa, gli occhi ferali accesi di luce.

Disperdetevi!” urlò James, un attimo prima di dare l’esempio.

Reddy e MJ fecero appena in tempo ad evitare di essere stritolati da una colossale zampa artigliata d’uccello! L’impatto scosse il suolo, sollevandoli da terra, facendoli ricadere senza fiato.

Oddio, cosa è quello!?” urlò lei, pallida, gli occhi spalancati, ma ancora in sé.

Il gigantesco uccello, simile ad un’aquila, parte meccanico e parte tessuto vivente spalancò il becco in un grido di sfida.

“Una Mecabestia del Dottor Demonicus,” rispose Winthrop.

La creatura abbassò la testa e dai suoi occhi partirono due colpi laser.

Un attimo prima che colpissero, qualcosa spinse da parte con forza i due fratelli! Il colpo scavò un cratere nel terreno.

“Te ne devo un’altra, si direbbe,” ansimò Reddy alla vista di Rover che ancora si teneva abbracciato ai due umani. Il lupo mostrò un sorriso.

Gaarna fu sul punto di rinnovare il suo attacco…quando due colpi di plasma lo raggiunsero alla testa corazzata. Si voltò, e vide Cowboy e Honcho, le pistole puntate.

“Reddy, se ce l’ha tanto con te,” disse James, “Perché non ricambiargli il favore?”

Gaarna lanciò un altro attacco ottico, ma loro lo avevano anticipato, e si erano messi al riparo…anche se questo non impedì alla mecabestia di continuare ad inseguirli, tracciando un solco rovente nel suolo.

“Puoi scommetterci, socio,” sorrise Reddy. E, alla sorella, “Ora guarda i grandi giocare, sorellona. AXELOT!” in quel grido, concentrò tutto il potere mutante che scorreva nel suo sangue e quello dei suoi compagni. Il suo corpo sembrò andare in fiamme, avvolto da una vampata azzurrina.

Winthrop Roan Jr. saltò con forza sovrumana, schizzando verso l’alto, verso la mecabestia. A metà percorso, le fiamme si condensarono in un’armatura argento e cremisi con un ampio mantello.

Gaarna si voltò…e si ritrovò il cavaliere in piedi sul suo becco. Fissò strabicamente quella curiosa ‘pulce’.

“Guarda l’uccellino.” Axelot incrociò le braccia, e dal diadema sul suo elmo partì una specie di fulmine, dritto in un occhio del mostro!

Gaarna urlò, e si agitò con violenza. Axelot saltò. “Credi che abbia finito con te, guastafeste della malora?” velocissimo, dalla schiena estrasse un’alabarda scintillante, e la calò con violenza sul cranio della mecabestia! La lama a giglio fendette l’aria lasciandosi dietro una scia di energia…

E non ebbe altro effetto che sollevare una pioggia di scintille e di archi voltaici sulla corazza di Gaarna.

Il mostro spalancò il becco, e dalle sue fauci partì una vampata spaventosa!

 

“Winthrop, no!” urlò MJ, vedendo il fratello sparire in quel fuoco…e di nuovo fu trascinata per un braccio, questa volta da Rover. “Insomma, cos’è ‘sta storia? So correre anche da sola!”

“Tuo fratello starà benone; nella forma di Axelot è quasi invulnerabile” disse Honcho, finendo di infilarsi la tuta. Luke si stava già mettendo il casco. “Rover, cerca di coprirle le spalle. Coraggio, Cowboy, facciamo vedere di che pasta sono fatti gli Shogun Warriors!” E corse verso l’uscita.

 

La fiamma si estinse, rivelando un Axelot ancora in perfetta forma, avvolto dal proprio mantello. “Voglia di barbecue, eh? Tranquillo che alle fettine ci penso io! Prendi!” e lanciò con forza l’alabarda, imprimendole una rotazione che la trasformò in un letale disco luminoso.

Gaarna stava proprio in quel momento riaprendo il becco per una nuova vampata…e inghiottì l’arma. Fece subito un’espressione sorpresa, poi gli venne da singhiozzare a ripetizione, emettendo sbuffi di fumo da sotto l’elmo. Alla fine, sputò via il fastidioso oggetto, che Axelot raccolse al volo.

“Un po’ di bicarbonato?” tentò l’eroe in armatura.

Gli occhi di Gaarna si accesero, mentre emetteva un nuovo verso di sfida…E missili lo colpirono alla schiena proprio in quel momento! Il colpo laser partì lo stesso…e andò a colpire la villa dei Roan, aprendovi uno squarcio pauroso.

“Ce ne avete messo, lumache,” disse Axelot. Mentre i velivoli attiravano l’attenzione della mecabestia, lui ne usò il corpo come trampolino per raggiungere il Queen Rose.

Con un salto, raggiunse la cabina di comando. Come fu dentro, l’armatura scomparve, rivelando un Winthrop affannato e sudato. “Ragazzi, sarà anche un gran trip, ma avrei proprio bisogno di un ettolitro di caffè.” Rapidamente, si infilò il casco. “MJ come sta?”

“Al sicuro,” rispose James. Ora pensiamo ad occuparci di questo scocciatore…”

“Come se avesse letto loro nel pensiero, Gaarna si levò in volo. Le Frecce furono leste ad evitare la collisione, ma lo spostamento d’aria fu sufficiente a destabilizzare il loro assetto.

L’aquila gigante si voltò rapidamente, e lanciò colpi laser.

“Così non va,” fece James. “È il momento di chiamare rinforzi. GOSHOGUN, IN AZIONE!”

Nel giro di pochi istanti, un vasto lampo di luce precedette l’arrivo sulla scena del super-robot.

Le Frecce spaziali schizzarono verso la macchina, inseguite da Gaarna. La mecabestia tentò di colpirli con i laser, ma gli scudi ressero -non che avrebbero retto ad un secondo attacco, ma pochi secondi furono sufficienti perché

il Queen Rose entrasse nell’alloggiamento della gamba sinistra,

il Jack Knight entrasse nell’alloggiamento della gamba destra,

e il King Arrow entrasse nell’alloggiamento del torace.

 

Contrariamente a quanto si potesse immaginare, alla vista del Goshogun assumere la posa da battaglia, Maur-Kon sorrise. “Era ora che arrivassi. Vediamo adesso se avrai il coraggio di andare fino in fondo…”

 

“Mi raccomando, bestiaccia. Ferma così…ASCIA SPAZIALE!” un’ascia bipenne si materializzò nella mano della macchina. Si preparò a lanciarla…

Due sportelli si aprirono all’altezza delle giunture delle ali, rivelando altrettante capsule di cristallo…e le persone in esse contenute.

“NO!” Era troppo tardi per impedire il lancio dell’ascia, ma ugualmente Honcho riuscì a deviare la mira.

Roteando, l’arma passò accanto alla spalla della mecabestia. Subito dopo, da essa giunse la risata di Maur-Kon. “Spero che la mia sorpresa vi sia piaciuta, Shogun Warriors.”

Nelle due celle, immobili e privi di sensi, erano prigionieri i genitori di Winthrop!

 

Reddy digrignò i denti. “Tu lurido figlio di…”

 

“Impreca pure quanto vuoi, terrestre: a differenza del Mazinwarrior, voi non potrete vincere. I dispositivi di autodistruzione entreranno in azione non appena doveste danneggiare Gaarna, e ogni volta che lo doveste ferire, le sue sofferenze si rifletteranno sugli ostaggi! Questo è il potere di cui sono capace!” la sua risata crudele echeggiò ancora una volta.

 

In preda al terrore, Reddy aumentò lo zoom prima su una teca, quella di suo padre, poi su quella di sua madre… “No, oh no…” singhiozzò.

Un rivolo di sangue correva dall’occhio destro di Clarisse Roan.

Lui aveva colpito l’occhio del mostro! E se la sua ascia fosse riuscita a danneggiare il suo cranio… “Cosa ho fatto, cosa ho…”

 

Goshogun arretrò.

Gaarna gli saltò addosso. I suoi artigli lo presero per le spalle, e con il becco iniziò a colpire ripetutamente la testa.

 

In basso, Marcia seguiva quell’improvviso sviluppo senza capirci un’acca. “Ma che gli ha preso, a quel bestione?? Perché non contrattacca?” Accanto a lei, Rover latrò la propria frustrazione.

La donna andò alla jeep, e dal bagagliaio prese un potente binocolo militare. Lo puntò verso la mecabestia, in particolare verso quelle placche cristalline che l’altro robot si era messo a fissare neanche fossero state un paio di* “Oddio!”

Abbassò il binocolo. Non c’era dubbio, in uno di quegli affari c’era suo padre. Ma come..?

 

Gaarna spalancò il becco, e lanciò la sua migliore vampata, avvolgendo il torso di Goshogun nelle fiamme.

Il super-robot indietreggiò ancora. La mecabestia si allontanò quanto bastava per agitare liberamente le proprie, poderose ali. Con due colpi, creò una corrente che sbilanciò il nemico, facendolo cadere verso il basso.

Ci pensarono i sistemi automatici a ristabilizzare la macchina poco dopo.

Gaarna si gettò in picchiata su Goshogun, gli artigli luccicanti alla luce del sole…

Un colpo solo, e gli artigli tracciarono tre solchi nel torace!

 

Purtroppo, gli stessi sistemi neurali che permettevano un’altissima manovrabilità di Goshogun creavano anche un doloroso feedback ogni volta che il robot veniva ‘ferito’.

James sentì come se quegli artigli gli avessero scavato la carne viva. “*Nnggh* Professori, se avete un’idea qualunque, siamo pronti ad accettarla…”

 

“Cristo, lo sta distruggendo! Ci deve essere qualcosa che si può fare…” in quel momento, il cellulare nella tasca dei pantaloni si mise a squillare! “Ci mancava solo questa, maledizione!” diede dei ceffoni all’apparecchio per zittirlo, ma quello continuava a suonare.

Rover uggiolò. “E ora che diavolo vuoi, pulcioso figlio di…” ringhiò MJ…prima di accorgersi che non era il cellulare a suonare, bensì il collare di quella strana creatura. Lei avvicinò la mano all’oggetto. “Ma che diavolo*Oh!*”

Un fascio di luce apparve dal collare, e un attimo dopo si manifestò la figura di un uomo anziano in camice da laboratorio, dai pochi capelli ed il pizzo grigi. “Mi scusi per le mie maniere, Miss Roan, ma la situazione è davvero critica. Mi ascolti bene, perché non avrò il tempo di ripeterglielo…”

 

Nonostante la ferocia dell’assalto, la corazza di Goshogun reggeva ancora, salvo la miriade di segni prodotti dal becco e dagli artigli di Gaarna.

A quel punto, la gigantesca aquila afferrò la spalla del robot con nuova forza. E quando gli artigli ebbero penetrato una zona  già danneggiata, si sollevarono degli imponenti archi voltaici

In un attimo, la corrente si trasmise a tutta la macchina ed ai suoi piloti! Un urlo collettivo scappò al robot, che si irrigidì, incapace di reagire.

 

“Penso di avere una soluzione, Warriors,” disse la voce di Tambura. “È rischioso, ma…”

James era quasi al collasso.“Lasci…nnhh…stare…e ci dica cosa fare, ora!”

 

Dapprima lentamente, mentre il suo pilota si sforzava di vincere il dolore, poi con una sforbiciata velocissima, Goshogun fece scattare le braccia, ed afferrò Gaarna!

“Ora di volare sul serio, uccellaccio!” fece Honcho, e attivò al massimo i propulsori del jetpack. Con una vampata al calor bianco, si spinse su nel cielo.

 

“In nome del sole nero, cosa hanno intenzione di fare??” Maur-kon vide che, nonostante quello sviluppo, tutto quello che il robot dei suoi nemici non aveva fatto altro che stringere a sé Gaarna in un potente abbraccio. “Non possono pensare di liberare quei due vecchi in quelle condizioni: li ucciderebbero all’istante, a quella quota… Cosa?”

Improvvisamente, Goshogun compì una parabola, dirigendosi verso il mare!

 

“Spero che tu abbia portato il salvagente, perché ti aspetta una bella nuotata!”

La superficie del Golfo del Messico era sempre più vicina. A quella velocità, la struttura della mecabestia, non concepita per il mare, avrebbe riportato gravissimi danni all’impatto!

Ma non sarebbe avvenuto: Gaarna sparò una fiammata contro la faccia del super-robot, costringendolo, all’ultimo momento, a lasciare la presa!

Mentre l’altro si librava via agilmente, Goshogun andò giù come una bomba, in caduta libera. L’impatto sollevò una colonna d’acqua mostruosa.

“Non so quali fossero le tue intenzioni, miserabile, ma non credere di avere tratto alcun vantaggio da questa impresa!” gongolò Maur-Kon attraverso la mecabestia.

Poi, un movimento attrasse l’attenzione di Gaarna; voltò lo sguardo verso l’alto. “Hm? Un insignificante aereo civile? Muori, in omaggio alla mia superiorità!” l’aquila sparò un doppio colpo laser all’indirizzo del Learjet di Marcia. L’apparecchio esplose in una nuvola di fuoco… “Divertente, ed ora…” le parole di Maur-Kon gli morirono in gola. Mentre era occupato a divertirsi con quel giocattolo, erano apparse due figure sulle sue spalle. Ognuna di loro all’altezza di una capsula.

Le figure di Rover e di Axelot! “Impossibile! Da dove spuntate fuori? NO!”

Agirono in perfetta sincronia, Axelot con la sua ascia, e Rover con la bruta forza dei propri muscoli! Le capsule andarono in mille pezzi, e prima che Gaarna potesse reagire, i coniugi Roan erano al sicuro fra le braccia dei loro salvatori. Poi, entrambi saltarono giù.

“NON CREDIATE DI CAVARVELA TANTO FACILMENTE!!” Gli occhi del mostro si accesero, pronti a vomitare energia contro gli eroi in caduta libera…

“COSMIC BEAM!” e un doppio colpo di energia cobaltina emerse dalle acque, colpendo per la seconda volta Gaarna nel momento in cui sparava il suo colpo.

Una delle moto convertibili dei Thunderiders apparve sotto Axelot. Con una grazia sovrannaturale, il cavaliere cremisi e argento vi atterrò senza lasciare la signora Roan. Subito dopo, guidata dal pilota automatico, la moto volante si diresse verso Rover, e con l’aiuto del suo pilota, anche il lupo e il signor Roan furono in salvo, proprio a pochi metri dall’impatto con il mare. A quel punto, inseriti i postbruciatori, il velivolo schizzò al sicuro verso terra.

A quel punto, Gaarna cominciò a mostrare segni di nervosismo…

Infatti, un attimo dopo, Goshgun emerse a tutta velocità, e con tutta la furia di un angelo vendicatore! Nella mano stringeva l’Ascia Cosmica ribollente di energia. “ORA DI MORIRE, BASTARDO!!”

Detto fatto, con un solo, pauroso fendente verso l’alto, il colpo tagliò perfettamente in due la mecabestia, il cui grido di morte si perse subito dopo nell’esplosione che seguì.

 

Lord Maur-Kon cadde in ginocchio. ‘Attonita’ non rendeva l’idea della sua espressione, che era un misto di ebete stupore, disperazione, frustrazione e incredulità. “Avevo previsto tutto… Non poteva fallire. Avevo fatto in modo che sprecassero energie nella modalità-gestalt. Non potevano evocare quel maledetto cavaliere!” L’ultima frase gli uscì in un ringhio inumano. Per la prima volta in molto tempo, il volto di Maur-Kon subì una drastica trasformazione. Due paglia di zanne simili a quelle di un ragno, stillanti veleno, sbucarono da un muso oblungo…

“Cerca di calmarti, adesso,” disse la voce di Demonicus dietro di lui.

Maur-Kon si voltò, mostrando nuovamente il suo aspetto umanoide. “Io…” restando a terra, lo stregone si produsse in un inchino fino a toccare la fronte con il pavimento. “Mi dispiace, Dottore, io…”

“Non hai nulla di cui dispiacerti. Anche se la tua tattica di uccidere i piloti usando i loro genitori come manichini è fallita sul nascere, il piano di riserva aveva quasi funzionato… E ad ogni modo, ha sicuramente minato la confidenza di almeno uno dei membri di quel team. Posso solo rimproverarti di avere dimenticato che i Guardiani della Luce possono teletrasportare i loro guerrieri ovunque nel mondo con i loro sistemi. Hanno semplicemente mandato uno di loro mentre ti distraevi.

“Ma ora pensiamo al prossimo attacco: ora che la compattezza della squadra ha un’incrinatura, dobbiamo lavorarci sopra e in fretta!”



[i] Vertical Take-Off and Landing, atterraggio e decollo verticali

[ii] Ep.#2